Nyta Berger

Nyta Berger

Soubrette

Nacque a Trieste il 25 dicembre del 1920. Trieste era allora l'appendice culturale dell'Austria. Città mitteleuropea. Nyta era figlia di una donna viennese che si chiamava Zarah ma la discendenza iniziava da una donna molto famosa allora: Edit Berger. Cantante mezzosoprano, di cui si mormorava fosse stata l'amante, per una decina d'anni, di Franz Lehar. La figlia Zarah non conobbe mai il padre, ma si sa nel mondo dello spettacolo non si fanno mai domande imbarazzanti perché tutti hanno sempre qualcosa da nascondere. Zarah, con l'aiuto della madre e della sua bellezza, entrò nel balletto Swarts per poi diventare una primadonna nell'operetta viennese.

In tournée a Trieste conobbe l'armatore Aiaccio Krisolic e abbondonò immediatamente la carriera. Nacque Nyta, cresciuta in un ambiente ovattato, fu sempre una ragazzina molto vivace. A sedici anni perse la verginità con due compagni di scuola e poi tutta la vita si chiese: "Ma se fossi rimasta incinta chi sarebbe stato il padre?" Forse era un destino di famiglia. A diciotto anni si annunciava una guerra mondiale, ma non se ne accorse. Studiava canto, studiava ballo e spesso si guardava nuda allo specchio, di nascosto da sguardi indiscreti, promettendosi di diventare una soubrette." Nel 1946 vide una rivista di Wanda Osiris e fu come se 1a nebbia sparisse e venisse fuori il sole. Le ragazze in "puntino" della "Wandissima" erano tutte più brutte di lei. Ne parlo alla mamma. Litigò con il padre. Prese un treno ed arrivò a Milano per un provino al Teatro Nuovo da Remigio Paone, professione: impresario. Fu subito presa per uno spettacolo di rivista e mise finalmente un "Puntino". I seni erano ricoperti da due coppette ricamate di paillettes — allora il miglior complimento era: "I tuoi seni, sembrano due coppe di champagne" Una sera al teatro Lirico le accadde un fortunato incidente. Durante la passerella una coppetta cadde e il pubblico, di uomini, applaudì urlando estasiati. Nyta si riparò il seno pudicamente con una mano, ma con un sorriso divertito. Paone le consigliò di ripetere l'incidente tutte le sere. Dopo circa un mese di repliche arrivò in camerino un grosso mazzo di rose rosse con un biglietto: "Passerò a congratularmi, divina creatura." Firmato Tout-cour, Farfarello. Quel cognome non le diceva nulla. Alla fine dello spettacolo arrivò questo signore, piccolo, grasso, napoletano che le disse: " Sono un comico ma anche un proprietario di un teatro a Napoli e vorrei proporle un contratto da primadonna." Poi con un sorriso aggiiunse : "Napoli, l'aspetta". Nyta, gli chiese il cachet, ottomila lire a sera, per cinquanta repliche più varie tournée in Campania durante l'estate. Poi si informò su Farfarello e seppe che era molto famoso a Napoli perché faceva l'imitazione comica di Maurice Chevalier, e ogni tanto durante 1a canzone in un francese napolitanizzato scorreggiava e con una smorfia per il cattivo odore si spostava facendo tip-tap. Il teatro veniva giù dalle risate.

A Napoli per tre anni, Nyta divenne una celebrità. Naturalmente tutte le sere cadeva la solita "coppetta". Il pubblico prima che succedesse, all'unisono gridava "Nyta, a' cuppetta, a' cuppetta!"

Il pozzo della solitudine

La lesbica

I più grossi e ricchi uomini della Napoli bene lo frequentarono intimarnente facendole grossi regali. Un giorno il giovane figlio del più grande armatore, Gennaro Fariuolo, s'innamorò di lei e le prese in affitto, un attico a Posillipo. Una sera, Gennaro andò a trovarla e la trovò a letto con un ballerino della vecchia compagnia di Farfarello. Nyta ci mise tre giorni per fare le valigie per poi trasferirsi a vivere nell'albergo "O 'Sole Mio" Rimase chiuse in camera un mese e più pensando al suo destino. Ad ottobre del 1958 telefonò alla mamma Zarah, sempre in pena per la figlia, e le disse che aveva ottenuto il visto per l'America, e che sarebbe andata a vivere a New York. Andò da un gioielliere per vendere tutti i gioielli, regali dei suo ammiratori. Il primo novembre, giorno dei morti, Nyta parti su un piroscafo. Già nei primi giorni in quella magica città, si sentì di buttarsi tutto alle spalle. L'albergo a New York nel quartiere di Down Town, era purtroppo a tre stelle. In quel frangente conobbe un cameriere simpaticissimo, omossessuale. Nyta aveva sempre pensato che i gay erano e sono i migliori amici delle donne. La sera infatti usciva con lui, divertendosi sempre molto anche se rabbrividiva pensando al suo futuro. Una sera, John, il suo amico cameriere, la portò al "Blue Woman" un prestigioso locale di lesbiche. Tutta la sera una signora, più vecchia di lei in un tailleur e cravatta, la fissò intensamente. John le disse all'orecchio che si trattava di Ingrid Ekberg, svedese, unica figlia del re dei fiammiferi. Viveva sei mesi l'anno in una splendida Suite all'Hotel Plaza al tredicesimo piano affacciato su Central Park. Arrivò al tavolo una bottiglia di champagne e John si allontanò discretamente. Nyta, con un gran sorriso, invitò Ingrid al suo tavolo. Il giorno Nyta viveva con Ingrid al Plaza. Vissero dieci anni a New York. Morto il padre di Ingrid, decisero di trasferirsi nella grande villa di campagna fuori Stoccolma. Nyta, viaggiò spesso dalla Svezia a Trieste per trovare la madre Zarah, orrnai vecchia e sola — suo padre morì nel 1970 e per farle conoscere Ingrid che, naturalmente era sempre vestita come un uomo. La vecchia Zarah non capì mai che Ingrid fosse in realtà una donna. Nel 2010 morirono entrambe, a sei mesi di distanza l'una dall'altra - come se si fossero chiamate — dopo tanti anni sereni.