Delma / Idelmo

Delma / Idelmo

delmo nacque in un paesino della campagna senese il primo gennaio del 1912. Un bambinello non bellissimo, gracile, sensibile, era il settimo figlio di due contadini Maria e Giovanni che lavorano i poderi dei Conti Falconieri di Firenze. Povero Idelmo, fino a sedici anni il nulla. Il padre lo considerava troppo inadatto fisicamente per andare con loro tutto il giorno nei campi. Lui fu delegato a pulire le camere del casolare e preparare la cena tutte le sere alle 18 quando la famiglia rientrava a casa. Un giorno la contessa Maria Falconieri consegnò a Maria, la madre di Idelmo, una tunica da sera delle sorelle Chiostri di Firenze da risistemare, era tutta ricamata di perline.

Maria conosceva la Zappa ma anche l'Ago come le aveya insegnato la nonna Ida. Finito il lavoro, il prezioso abito rimase appeso nell'armadio, la contessa sarebbe tornata a giugno per passare l'estate. Idelmo, un giorno, andò di nascosto a guardare il sontuoso abito, tanto tutti erano a lavoro nei campi. Tremando si spogliò, e lo indosso. Si sentì folgorato da un'emozione nuova che avrebbe cambiato la sua vita. Da quel giorno faceva lunghe passeggiate indossandolo nel bosco dove nessuno avrebbe potuto vederlo. La mamma Maria si accorse che qualcheduno l'aveva indossato e con l'intuito delle madri affrontò Idelmo. Sicura ma dolcemente complice gli disse " Idelmo non ti mettere il vestito della Contessa perché non è fatto per te e lo rovini," Idelmo capì e disse forte "mamma non voglio più stare qui!" e Maria gli rispose "Dove vuoi andare Idelmo, hai solo sedici anni. E cosa farai, da solo, in una città grande come Firenze??" Lui diretto le rispose "Vado da Don Pietro". Don Pietro era il confessore della famiglia Falconieri e l'aveva tenuto anche a Cresima. La madre disse "Va bene, chiederò alla contessa quando torna se Don Pietro può prenderti a fare i servizi e darti da mangiare." Arrivato giugno le due donne si parlarono in segreto.

Il giorno dopo la madre Maria annunciò a tavola al padre ed ai sei fratelli che Idelmo, per concessione della Contessa, sarebbe andato a Firenze nella parrocchia di Don Pietro a lavorare. La Parrocchia, disse ,è vicino alla Stazione del Campo di Marte e sarebbe stato comodo per Idelmo venire a trovarli spesso. Il padre esclamò "Idelmo non sei fatto per fare il contadino, è meglio che vai. Se ti farai prete, sarà meglio per te, perché i preti non muoiono mai di fame." Idelmo a Firenze, nella casa del vecchio Don Pietro, nacque a nuova vita, diventò anche più bello. Quando era estate Firenze diveniva sempre caldissima ed afosa. Molti ragazzi andavano a fare un modesto bagno alla pescaia dell'Arno, all'altezza del Grand Hotel, tutti in mutande a rinfrescarsi. I ragazzini facevano i fusti tra di loro buttandosi l'un l'altro nell'acqua. C'era un

Il travestito all’Alambra di Granada

iovanotto più vecchio che faceva il "capogruppo " di quattro o cinque ragazzi che stavano per conto loro. Avevano un'aria molto più disinvolta degli altri, Idelmo ogni giorno li guardava curioso. Un giorno, uno di questi gli disse "Ti va di venire dopo a casa di Don Luis?" Idelmo, sbigottito, gli chiese " E' un Prete?" "Si" gli rispose il ragazzo "ma non è Italiano è spagnolo. Idelmo incuriosito chiese "che si fa a casa sua?" L'altro rispose " Si balla, si canta e si mangiano i pasticcini. Idelmo chiese " ma c'è il grammofono??" "ma certo!!! Vieni" Fu così per molti pomeriggi, Idelmo si sentiva bene. I ragazzi erano così diversi dai soliti ragazzi della pescaia, sapevano le canzoni a memoria, si addobbavano con abiti da donna fatti anche con coperte e tende e ridevano come matti con scherzi e battute. Idelmo pensò che era molto divertente ma non capiva perché si chiamassero tutti al femminile. Un giorno, andando in bagno, vide uscire dalla camera da letto di Don Luis uno dei ragazzi che lo guardò ammiccando e disse "non entrare che Luis sta facendo un pisolino." Poi strizzò l'occhio e disse "domani tocca a te." Tutti gli altri nel salotto cantavano a squarciagola "Profumi e Balocchi". Idelmo aveva diciotto anni ed il giorno dopo ebbe il suo primo rapporto sessuale con l'ospitale padrone di casa. Per altri due anni Idelmo passava dalla triste casa di Don Pietro alla casa Allegra di Don Luis. Luis lo prescelse e fu con lui protettivo ed affettuoso. Idelmo era felice. Un giorno Don Luis era molto scuro in viso e dopo molto silenzio parlò. "Idelmo, mi hanno fatto le scarpe e mi conviene tornare a Madrida casa di mia madre" Idelmo scoppiò a piangere ma Don Luis replicò "se ti va posso fare qualcosa per te. Sei maggiorenne e se la tua famiglia vuole, ti porto con me a Madrid." Idelmo raccontò al padre che si sarebbe recato in Spagna per un ritiro spirituale. Solo la madre, che non disse niente, lo abbracciò ma non gli credette. A Madrid Don Luis non si vestì mai da prete portandolo in giro con i suoi amici più intimi che spesso si vestivano da donna e andavano in un locale molto particolare.

Naturalmente Idelmo fu truccato e vestito da loro e cominciarono a portarlo in giro. Un giorno al burlesque "Mala Vida" lo fecero esibire per cantare una canzone in italiano "Profumi e Balocchi". Fu un trionfo. Idelmo si sentiva di aver fatto questo da sempre. Prese il nome d'arte Delma ed in seguito fu scritturato dal più bel locale di travestiti a Valencia, diventò una stella. Rimase a Valencia per molti anni e arrivato ai sessanta, oramai sceso al guardaroba, non era più una stella. Era stanco di trucchi, parrucche e costumi, le sopracciglia non gli ricrebbero più. Tornò a Madrid e andò a lavorare in un guardaroba di un locale gay.

Due signori, una coppia di stilisti gay, molto ricchi, lo presero in simpatia e lo invitarono a fare il cameriere a casa loro dove visse fino alla fine dei suoi giorni.

Una soave regina dell’operetta
Nanda Primavera
Nella Regini

in “Madame Pompadour”, la nuova operetta di Leo Fall, che la graziosa ed elegantissima soubrette interpreta con arte squisita.